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Storia del tatuaggio giapponese

21.05.2009 15:45

 

I tatuaggi, in Giapponese,  “irezumi”入れ墨, 入墨) ireru inserire sumi inchiostro) o “horimono” (horu inscrivere mono qualcosa) nascono nel periodo Edo ed hanno come caratteristica principale, quella di ricoprire gran parte del corpo. (

Era una decorazione tipica di una parte della società giapponese chiamata del "mondo fluttuante" (“Ukiyo-e” corrente artistica sviluppatasi nel periodo Edo) che comprendeva prostitute, giocatori d'azzardo, commercianti, pompieri ed in genere tutti coloro che svolgevano i lavori più gravosi, tra cui anche i “mafiosi”, che all’epoca non avevano un’accezione così negativa, così come nei tempi moderni.

Tale decorazione era utilizzata sia come segno di riconoscimento per il proprio coraggio e valore morale che con l’intento di distinguersi dagli altri; a tale scopo, le immagini scelte, celavano in sé un alto e profondo valore simbolico.

Per “mondo fluttuante” si intende non solo uno stile artistico di quest’epoca specifica ma delinea e rappresenta, attraverso le immagini, l’identificazione della nuova classe borghese che, a seguito della crisi dell'aristocrazia feudale, apportò ad una radicale trasformazione sociale, a favore delle nuovi classi emergenti borghesi.
Letteralmente il termine “ukiyo”, di origine buddhista, indicava la transitorietà delle cose e l’esigenza del saggio di rifuggire dall'attaccamento ai beni terreni, ma nel ‘600, tale significato originario fu storpiato e re-interpretato nel modo esattamente opposto ed inteso, quindi, come l’esigenza di valorizzare proprio quei piaceri effimeri e fuggevoli della vita.

“Fluttuare, perdendosi nel piacere e allontanando la malinconia della realtà e del dolore” tale era il “credo” dell’epoca, testimoniato dalle immagini, realizzate da artisti, pittori, grafici e incisori che hanno raccontato questa nuova visione estetica sopravvissuta per oltre due secoli.

Sotto il dominio dei Tokugawa, nell’epoca successiva, il tatuaggio fu invece proibito ed iniziò ad essere nascosto  sotto gli abiti ed assunse quella caratteristica forma "a vestitino", con il quale si identifica il tatuaggio giapponese.

La pratica del tatuaggio divenne, quindi, clandestina e sopravvisse per passa parola, grazie soprattutto agli yakuza. Il rapporto tra yakuza, criminalità organizzata giapponese, e il tatuaggio, nasce più o meno in questo periodo.

La pratica del tatuaggio si diffuse nell’ambiente Yakuza inizialmente per garantire “credibilità” agli occhi dei protetti ed allo stesso tempo, per intimidire gli avversari. Questo è il motivo per cui il tatuaggio anche ai nostri giorni è considerato in Giappone come un distintivo della yakuza e quindi un simbolo identificativo di appartenenza alla “mafia giapponese”.

Ogni immagine scelta, con cui l’esponente yakuza voleva rappresentarsi, aveva quindi un alto e profondo valore simbolico, con il quale egli voleva enfatizzare un particolare lato del proprio carattere.

E’ per questo che l’iconografia dei tatuaggi giapponesi è facilmente distinguibile dagli altri generi, poiché si riassume spesso nelle tradizionali immagini della simbologia shintoista:l’onda, la carpa, la cascata, i fiori di ciliegio, ecc.

Quando parliamo di tatuaggi giapponesi, indichiamo quindi soprattutto lo stile giapponese.

 Ecco di seguito, le più comuni:

  • la carpa koi, simbolo di perseveranza e coraggio affronta le onde, giunge ad una cascata e con fatica la risale, meritandosi di divenire un dragone. Ma nell’acqua della cascata galleggiano alcuni fiori di ciliegio, che ricordano che la ricerca della carpa è comunque effimera, perché la vita ha comunque una conclusione certa.
  • Il dragone come simbolo della propria forza e la serena accettazione della morte, come conseguenza del compimento del proprio destino.
  • I fiori di ciliegio simbolo della trascendenza ed evanescenza della vita umana
  • versione furiosa del Buddha
  • shishi, raffigurazione stilizzata e mitologica del leone
  • maschere hannya, ovvero maschere demoniche usate nel teatro no giapponese, ritratte nei tatuaggi con valore apotropaico
  • hebi, serpente simbolo di coraggio
  • caratteri di scrittura bonji, che vengono utilizzati nel bhuddismo esoterico giapponese
  • ideogrammi
  • versetti , citazioni o intere parti di sutra buddisti
  • uccello hou-ou , simile alla fenice occidentale
  • Kilin o kirin, animale mitico con valore di portafortuna
  • kiku, fiori di crisantemo
  • botan , fiori di peonia
  • fiori di loto
  • raffigurazioni tratte dalle stampe ottocentesche Ukyo-e
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